martedì 10 aprile 2012

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Giuditta ci mette un punto.
Non è dato di sapere se sarà un punto definitivo, o magari solo un puntino di sospensione.
Quello che è sicuro è che adesso non mi sento Giuditta dentro.
Non riesco a scrivere.
Non riesco a pensare di scrivere.
Lo vivo come un obbligo, stiracchio le parole e le sensazioni.
Sono cambiate tante cose da quando ho iniziato a scrivere questo blog.
Cose che magari non hanno avuto un riflesso diretto qui, ma che lo hanno avuto su di me.
Ho iniziato a scrivere per ritagliarmi cinque minuti, a un certo punto della giornata, per divertirmi, non pensare, fingere che fosse tutto come prima, sperare che le cose continuassero ad andare come erano sempre andate. Cinque minuti di estraniazione totale dal mondo reale.
Ma non riesco più a farlo.
Il mondo reale mi è entrato dentro e mi pesa fuori. Non che questo sia necessariamente un male, ma non c'entra niente con Giuditta e con quello che rappresentava.
E quindi niente.
Si mette un punto e si va avanti.
Si può solo andare avanti.
E anche questo non è necessariamente un male.
 

1 commento:

lanoisette ha detto...

succede. probabilmente, è colo un periodo di affanno. poi, il bisogno di scrivere tornerà prepotente.