venerdì 24 giugno 2011

Vicini & Lontani

In pratica, quando ancora vivevo nella CittàRinascimentale venivo d'estate a passare le vacanze al PaeselloBucolico.
C'erano due bambine francesi che venivano a trovare la nonna. C'era un'altra bambina che veniva a trovare un'altra nonna.
Ancora prima, e in momenti diversi, che adesso mi sembrano slegati tra loro ma che a quel tempo dovevano necessariamente avere una loro organicità, c'era un bambino.
Chiamiamolo semplicemente VicinoDiCasa.
Io e VicinoDiCasa giocavamo insieme, almeno talvolta. Non saprei dire se spesso oppure no.
Però giocavamo insieme, ho una cicatrice sul ginocchio che lo dimostra.
Non me l'ha fatta lui, eh, è che dovevo dimostrargli che si poteva giocare a calcio anche con i sandali.
Adesso so che non si può giocare a calcio con i sandali.
Comunque.

Poi mi sono trasferita qua. Non vi sto a raccontare il trauma, magari 'n'altra volta.
Comunque.
A quel punto, quando avremmo potuto giocare insieme sempre, abbiamo smesso.
Ma sì, eravamo in quell'età in cui non consideri il bambino perchè è un bambinO, non consideri la bambina perchè è una bambinA, e che schifo i maschietti, e che schifo le femminucce.
Una crudele burla di Madre Natura che per alcuni anni ti illude che no, non ti ridurrai come il/la cretino/a del cartone animato che sbava indignitosamente dietro al/alla biondino/a di turno. Te no. Che schifo i maschietti, che schifo le femminucce.
Insomma, basta. Certo, con me è sempre stato meno grezzo che con gli altri.
Il che è tutto dire.
E insomma, abbiamo continuato ad abitare uno davanti all'altra. E non ci siamo mai più considerati.
Lui alle medie usciva con una delle mie migliori amiche.
Io mi sorbivo interminabili partite di calcetto per vedere il suo compagno di squadra.
Ah, beata imbecillità giovanile.

Poi, qualche giorno fa, mi sono improvvisamente accorta, con solo quei 20 anni di ritardo che, voglio dire, sono più che plausibili (no?) che VicinoDiCasa è alto. Castano. Abbronzato. Con chiari occhi verdi. E che, complice il beato caldo di questi giorni, ama girare senza maglietta.
Tamarro.
Neanderthal.
Non azzecca un congiuntivo nemmeno se glielo scrivi.
Ma quant'è bbono senza maglietta.
Ed è bbono pure quando ce l'ha.
Sì, lo so, FS me l'aveva proposto l'anno scorso. Sì, lo so, ho declinato l'offerta con una scrollata di spalla al grido: "Lo scongiuntivato no! E' analfabeta, ma dove me lo porto un tipo del genere?".
Va bene. Sono colpevole. Merito una punizione.
Potrei punirmi proponendogli un veloce "Corso base per autoctoni - Lezione 1: i tempi verbali, questi sconosciuti; Lezione 2: come ti dribblo il congiuntivo; Lezione 3: usi e costumi del participio (to be continued)".
Non vi pare abbastanza?
Ah già. La giusta punizione potrebbe essere che è fidanzato e convivente.
Ma, come ha giustamente affermato una carissima amica di SorellAmica - una grande donna a cui va tutta la mia stima -: "EC-CHI-SE-NE-FRE-GA" (cit. testuale).
Che, insomma, io mica lo voglio sposare. Uno del genere lo sopporto giusto per qualche ora, se non parla troppo. Lo stropiccio un po' e lo rendo alla fidanzata. Giurin giurello.
Voglio dire, ma siamo sicure che tutto questo inneggiare alla sistemazione coatta post-30 (e comunque io sono ancora nei pre-, ci tengo a sottolinearlo) sia una cosa buona e giusta?
Ma soprattutto, è possibile che la visione di un Neanderthaliano desnudo inneschi tale tripudio di riflessioni infantil-sociologiche?

Altro che Proust e la sniffata di madeleines.

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